Chi Siamo
AVIS
Sezione di Ivrea (TO)
Associazione Volontari Italiani del Sangue
Presidente Avis Ivrea - GIANNINI Fernando
L’AVIS-Ivrea è la sezione AVIS di base operante in Ivrea ed in altri 52 comuni del Canavese nord-orientale ai confini con la Valle d’Aosta e le province di Biella e Vercelli.
La grande espansione territoriale fa si che l’AVIS-Ivrea sia la terza sezione del Piemonte per numero di soci, preceduta solo dalle sezioni di Torino ed Asti.
Gli orari d’apertura sono:
- Lunedì dalle 20.30 alle 22.30
- Mercoledì dalle 17.30 alle 18.30
L’AVIS si articola in forma piramidale: il vertice è costituito dall’AVIS Nazionale, sotto di esso stanno le AVIS Regionali, quindi le AVIS Provinciali ed infine le sedi comunali, sparse capillarmente in tutta Italia, che costituiscono la base dell’associazione. Questa struttura è stabilita dalle norme associative che gli “avisini” (cioè i soci dell’AVIS) si sono dati in modo libero e democratico.
Avis provinciale www.avisprovincialetorino.it
Avis regionale www.avispiemonte.it
Avis nazionale www.avis.it
Cenni Storici
Le origini
Le prime notizie documentate sull’attività di Donatori di sangue in Ivrea risalgono al 1948, anno in cui risultano compiute 37 donazioni da parte di un ristretto nucleo di Donatori. Siamo ai tempi pionieristici: l’AVIS è nata da pochi anni a Milano ad opera del dott. FORMENTANO e si va gradatamente diffondendo, ma ad Ivrea non è ancora giunta in modo ufficiale. Un gruppo di generosi ha però recepito il messaggio di umana solidarietà che anima questa associazione e già da tempo, senza preoccuparsi di costituire la sezione, ha iniziato a compiere donazioni di sangue. Nel 1949 questo nucleo si organizza in un gruppo locale di Donatori di sangue.
Gli anni 50' / 60'
I tempi sono ancora difficili: le donazioni (documentate) scendono quell’anno a 3 ma l’iniziativa non muore. Nel 1950 si registrano 5 donazioni e 15 nel 1951. Nel 1952 il gruppo Donatori di sangue di Ivrea aderisce all’AVIS, dando vita alla Sezione Comunale di Ivrea. L’aderire all’organismo nazionale dà una vigorosa spinta alla propaganda delle donazioni ed in quell’anno i 67 Soci compiono 116 donazioni (ma forse il vero cambiamento si ha solo nella formale registrazione delle donazioni). Negli anni ’60 la propaganda associativa viene fatta su larga scala, mediante iniziative promozionali che consentono di avvicinare un sempre maggior numero di potenziali Donatori. Un particolare ricordo meritano le campagne promozionali svolte durante le “Settimane Sante”: in tali occasioni, e per tutta una settimana, nelle principali piazze cittadine sostano autoemoteche per la raccolta di donazioni di sangue; altri punti di prelievo vengono allestiti presso le infermerie dei grandi stabilimenti cittadini (Olivetti e Chatillon). L’esito di queste campagne diviene via via più consistente, fino ad assumere proporzioni tali da rendere ingestibile la quantità di sangue raccolto: nel giro di una settimana i Centri Trasfusionali si trovano a dover assorbire un migliaio di unità di sangue (oltre al normale flusso) e ciò provoca notevoli problemi di utilizzo e conseguenti probabilità di spreco.
Gli anni 70'
A partire dal 1974 questa manifestazione viene abbandonata ma il suo risultato propagandistico è stato enorme: in quegli anni si è verificata una vera e propria impennata delle iscrizioni. Come spesso accade, questa impennata di buoni risultati provoca, come riflesso più immediato, un adagiamento sugli allori. Per i motivi accennati si è dovuto rinunciare alla campagna di prelievi durante la Settimana Santa, ma non si riesce a trovare una
nuova iniziativa altrettanto azzeccata. Moltissimi Donatori occasionali sono nel frattempo diventati Soci-Donatori periodici. La propaganda, però tra il 1973 ed il 1978 ristagna ed i risultati, pur restando sempre in aumento, diminuiscono nel ritmo di crescita. Nel 1978 la sezione si trova coinvolta, suo malgrado, in uno scandalo ma, ancora una volta, le forze che la animano si dimostrano estremamente vitali e, anziché soccombere, trova la forza di reagire e trarre vantaggio dagli eventi avversi. Nel giro di pochi mesi l’immagine dell’AVIS di Ivrea torna ad essere cristallina e, in definitiva, la Sezione si trova avvantaggiata dall’operazione di pulizia che fa subito. I Donatori ed i Simpatizzanti mostrano di gradire questo comportamento e le iscrizioni tornano a salire. Si tratta però di un effetto momentaneo che si esaurisce tra il 1979 (+ 14,76% di iscritti rispetto al 1978) ed il 1980 (+ 9,42% sul 1979) per poi tornare a scendere sui valori precedenti.
Gli anni 80'
Nel 1982 si cambiano le tecniche di gestione dell’archivio sociale,passando dalla tenuta manuale alla gestione su computer. Si tratta di un lavoro immane poiché occorre registrare sui nuovi archivi computerizzati tutta la passata storia della sezione (cioè tutte le iscrizioni e le dimissioni dei Soci e tutte le donazioni da loro compiute). Alla fine dell’anno tale lavoro non è ancora concluso, pertanto non si può procedere alla regolare revisione degli iscritti e il depennamento di coloro che si sono resi irreperibili slitta all’anno seguente, di qui la spiegazione delle molte dimissioni del 1983, buona parte delle quali in realtà avrebbero già dovuto avvenire l’anno precedente. Aquesto punto si cominciano a rilevare sintomi di saturazione dei Donatori e, nonostante il moltiplicarsi di azioni propagandistiche, non si riesce più ad incidere in modo significativo come in passato. Nel 1986 nasce “AVIS-Ivrea Notizie“, periodico semestrale edito dall’AVIS-Ivrea che avverte la necessità di disporre di un mezzo per un dialogo più costante con la propria base associativa (ormai oltre 2300 soci) e con la cittadinanza. Il giornale, inviato gratuitamente a tutti i soci, agli amministratori locali, e a vari enti e ditte della zona, tratta dettagliatamente le varie iniziative via via intraprese e le problematiche connesse all’attività associativa. Tra il 1986 ed il 1990 la sezione AVIS-Ivrea si impegna a fondo nella lotta per evitare che i donatori di sangue lavoratori dipendenti siano penalizzati nel trattamento pensionistico per effetto delle giornate di riposo retribuito in occasione delle donazioni di sangue. La questione viene risolta solo con l’approvazione della legge 107/90 che, recependo in pieno le istanze dell’AVIS, stabilisce che le indennità percepite dai donatori per tali giornate sono valide ai fini pensionistici.
Nel 1987 viene costituita la sottosezione di Strambino e nel 1990 quella di Vestignè. Le due nuove sottosezioni, affiancandosi a quelle già esistenti della Val Chiusella e di San Giorgio Canavese, concretizzano la volontà del direttivo della Sezione di intensificare la propria presenza sul territorio, differenziando l’attività per meglio adattarla alle specifiche esigenze locali. Contemporaneamente viene avviata una capillare campagna propagandistica verso i giovani, con particolare riferimento al mondo della scuola, con lo scopo di inculcare, fin dalla giovane età, il concetto della donazione di sangue intesa come gesto di solidarietà sociale.
Tra le diverse iniziative intraprese a questo fine figura una capillare campagna di propaganda verso i neo-18enni ai quali viene inviato, unitamente agli auguri per il raggiungimento della maggiore età, l’invito a compiere un gesto alto valore civico quale il diventare donatori periodici di sangue.Nel 1986 nasce “AVIS-Ivrea Notizie“, periodico semestrale edito dall’AVIS-Ivrea che avverte la necessità di disporre di un mezzo per un dialogo più costante con la propria base associativa (ormai oltre 2300 soci) e con la cittadinanza. Il giornale, inviato gratuitamente a tutti i soci, agli amministratori locali, e a vari enti e ditte della zona, tratta dettagliatamente le varie iniziative via via intraprese e le problematiche connesse all’attività associativa.
Tra il 1986 ed il 1990 la sezione AVIS-Ivrea si impegna a fondo nella lotta per evitare che i donatori di sangue lavoratori dipendenti siano penalizzati nel trattamento pensionistico per effetto delle giornate di riposo retribuito in occasione delle donazioni di sangue. La questione viene risolta solo con l’approvazione della legge 107/90 che, recependo in pieno le istanze dell’AVIS, stabilisce che le indennità percepite dai donatori per tali giornate sono valide ai fini pensionistici.
Nel 1987 viene costituita la sottosezione di Strambino e nel 1990 quella di Vestignè. Le due nuove sottosezioni, affiancandosi a quelle già esistenti della Val Chiusella e di San Giorgio Canavese, concretizzano la volontà del direttivo della Sezione di intensificare la propria presenza sul territorio, differenziando l’attività per meglio adattarla alle specifiche esigenze locali. Contemporaneamente viene avviata una capillare campagna propagandistica verso i giovani, con particolare riferimento al mondo della scuola, con lo scopo di inculcare, fin dalla giovane età, il concetto della donazione di sangue intesa come gesto di solidarietà sociale.
Tra le diverse iniziative intraprese a questo fine figura una capillare campagna di propaganda verso i neo-18enni ai quali viene inviato, unitamente agli auguri per il raggiungimento della maggiore età, l’invito a compiere un gesto alto valore civico quale il diventare donatori periodici di sangue.stico è stato enorme: in quegli anni si è verificata una vera e propria impennata delle iscrizioni. Come spesso accade, questa impennata di buoni risultati provoca, come riflesso più immediato, un adagiamento sugli allori. Per i motivi accennati si è dovuto rinunciare alla campagna di prelievi durante la Settimana Santa, ma non si riesce a trovare una
nuova iniziativa altrettanto azzeccata. Moltissimi Donatori occasionali sono nel frattempo diventati Soci-Donatori periodici. La propaganda, però tra il 1973 ed il 1978 ristagna ed i risultati, pur restando sempre in aumento, diminuiscono nel ritmo di crescita. Nel 1978 la sezione si trova coinvolta, suo malgrado, in uno scandalo ma, ancora una volta, le forze che la animano si dimostrano estremamente vitali e, anziché soccombere, trova la forza di reagire e trarre vantaggio dagli eventi avversi. Nel giro di pochi mesi l’immagine dell’AVIS di Ivrea torna ad essere cristallina e, in definitiva, la Sezione si trova avvantaggiata dall’operazione di pulizia che fa subito. I Donatori ed i Simpatizzanti mostrano di gradire questo comportamento e le iscrizioni tornano a salire. Si tratta però di un effetto momentaneo che si esaurisce tra il 1979 (+ 14,76% di iscritti rispetto al 1978) ed il 1980 (+ 9,42% sul 1979) per poi tornare a scendere sui valori precedenti.
Gli anni 90' e il momento attuale
Negli anni 90 si registra una profonda evoluzione delle tecniche emo-trasfusionali con l’uso sempre più frequente del frazionamento del sangue raccolto (trasfusione mirata) e con l’introduzione del prelievo selettivo del solo plasma, o dei soli globuli rossi oppure delle sole piastrine. Questa innovazione richiede un adattamento anche da parte dei donatori che devono sottoporsi a prelievi più rilevanti o con nuove tecniche.
L’associazione viene quindi impegnata in una capillare campagna per illustrare le innovazioni e fugare le perplessità di chi, di fronte ai prelievi sempre più impegnativi si sente “spugna da spremere”. L’impegno viene assolto con completo successo, grazie anche al trasferimento del centro trasfusionale nei nuovi locali, più spaziosi e modernamente attrezzati, che consentono visite mediche e donazioni in spazi meno angusti.
Negli anni più recenti è da segnalare il riconoscimento pubblico delle associazioni di volontariato con l’istituzione di appositi registri sia da parte della Regione Piemonte che da parte dell’amministrazione comunale di Ivrea.
L’AVIS-Ivrea si iscrive ad entrambi questi albi fin dalla loro istituzione e questi atti consentono di intensificare i rapporti con la pubblica amministrazione (rapporti per altro presenti da sempre) che riconosce formalmente la validità sociale del volontariato.Nel 1986 nasce “AVIS-Ivrea Notizie“, periodico semestrale edito dall’AVIS-Ivrea che avverte la necessità di disporre di un mezzo per un dialogo più costante con la propria base associativa (ormai oltre 2300 soci) e con la cittadinanza. Il giornale, inviato gratuitamente a tutti i soci, agli amministratori locali, e a vari enti e ditte della zona, tratta dettagliatamente le varie iniziative via via intraprese e le problematiche connesse all’attività associativa.
Tra il 1986 ed il 1990 la sezione AVIS-Ivrea si impegna a fondo nella lotta per evitare che i donatori di sangue lavoratori dipendenti siano penalizzati nel trattamento pensionistico per effetto delle giornate di riposo retribuito in occasione delle donazioni di sangue. La questione viene risolta solo con l’approvazione della legge 107/90 che, recependo in pieno le istanze dell’AVIS, stabilisce che le indennità percepite dai donatori per tali giornate sono valide ai fini pensionistici.
Nel 1987 viene costituita la sottosezione di Strambino e nel 1990 quella di Vestignè. Le due nuove sottosezioni, affiancandosi a quelle già esistenti della Val Chiusella e di San Giorgio Canavese, concretizzano la volontà del direttivo della Sezione di intensificare la propria presenza sul territorio, differenziando l’attività per meglio adattarla alle specifiche esigenze locali. Contemporaneamente viene avviata una capillare campagna propagandistica verso i giovani, con particolare riferimento al mondo della scuola, con lo scopo di inculcare, fin dalla giovane età, il concetto della donazione di sangue intesa come gesto di solidarietà sociale.
Tra le diverse iniziative intraprese a questo fine figura una capillare campagna di propaganda verso i neo-18enni ai quali viene inviato, unitamente agli auguri per il raggiungimento della maggiore età, l’invito a compiere un gesto alto valore civico quale il diventare donatori periodici di sangue.Nel 1986 nasce “AVIS-Ivrea Notizie“, periodico semestrale edito dall’AVIS-Ivrea che avverte la necessità di disporre di un mezzo per un dialogo più costante con la propria base associativa (ormai oltre 2300 soci) e con la cittadinanza. Il giornale, inviato gratuitamente a tutti i soci, agli amministratori locali, e a vari enti e ditte della zona, tratta dettagliatamente le varie iniziative via via intraprese e le problematiche connesse all’attività associativa.
Tra il 1986 ed il 1990 la sezione AVIS-Ivrea si impegna a fondo nella lotta per evitare che i donatori di sangue lavoratori dipendenti siano penalizzati nel trattamento pensionistico per effetto delle giornate di riposo retribuito in occasione delle donazioni di sangue. La questione viene risolta solo con l’approvazione della legge 107/90 che, recependo in pieno le istanze dell’AVIS, stabilisce che le indennità percepite dai donatori per tali giornate sono valide ai fini pensionistici.
Nel 1987 viene costituita la sottosezione di Strambino e nel 1990 quella di Vestignè. Le due nuove sottosezioni, affiancandosi a quelle già esistenti della Val Chiusella e di San Giorgio Canavese, concretizzano la volontà del direttivo della Sezione di intensificare la propria presenza sul territorio, differenziando l’attività per meglio adattarla alle specifiche esigenze locali. Contemporaneamente viene avviata una capillare campagna propagandistica verso i giovani, con particolare riferimento al mondo della scuola, con lo scopo di inculcare, fin dalla giovane età, il concetto della donazione di sangue intesa come gesto di solidarietà sociale.
Tra le diverse iniziative intraprese a questo fine figura una capillare campagna di propaganda verso i neo-18enni ai quali viene inviato, unitamente agli auguri per il raggiungimento della maggiore età, l’invito a compiere un gesto alto valore civico quale il diventare donatori periodici di sangue.stico è stato enorme: in quegli anni si è verificata una vera e propria impennata delle iscrizioni. Come spesso accade, questa impennata di buoni risultati provoca, come riflesso più immediato, un adagiamento sugli allori. Per i motivi accennati si è dovuto rinunciare alla campagna di prelievi durante la Settimana Santa, ma non si riesce a trovare una
nuova iniziativa altrettanto azzeccata. Moltissimi Donatori occasionali sono nel frattempo diventati Soci-Donatori periodici. La propaganda, però tra il 1973 ed il 1978 ristagna ed i risultati, pur restando sempre in aumento, diminuiscono nel ritmo di crescita. Nel 1978 la sezione si trova coinvolta, suo malgrado, in uno scandalo ma, ancora una volta, le forze che la animano si dimostrano estremamente vitali e, anziché soccombere, trova la forza di reagire e trarre vantaggio dagli eventi avversi. Nel giro di pochi mesi l’immagine dell’AVIS di Ivrea torna ad essere cristallina e, in definitiva, la Sezione si trova avvantaggiata dall’operazione di pulizia che fa subito. I Donatori ed i Simpatizzanti mostrano di gradire questo comportamento e le iscrizioni tornano a salire. Si tratta però di un effetto momentaneo che si esaurisce tra il 1979 (+ 14,76% di iscritti rispetto al 1978) ed il 1980 (+ 9,42% sul 1979) per poi tornare a scendere sui valori precedenti.